Come ristrutturare il bagno nel modo corretto e quali sono gli errori da evitare
Affrontare la ristrutturazione del bagno è un’impresa non da poco, a maggior ragione se non sei minimamente preparato in merito a quello che ti aspetta. Tra tutti gli ambienti della casa, infatti, il bagno è senz’altro uno di quelli più sottovalutati, in quanto si tende generalmente a dare maggiore importanza alle stanze principali, come il living e la cucina.
Questo è solo il primo degli errori di valutazione che si commettono quando si pensa a come ristrutturare il bagno che, contrariamente a quanto si pensi, è uno degli ambienti più impegnativi della casa e, in quanto tale, necessita di una ristrutturazione attenta ed eseguita sulla base di specifici criteri.
Noi di Abitativo® ci teniamo che tu sia adeguatamente informato in merito al metodo corretto da seguire ma, soprattutto, vogliamo che tu sia consapevole di ciò che stai per affrontare e di tutti gli ostacoli che potresti trovare sulla tua strada.
Indice dei contenuti
- 1 Quali permessi chiedere per la ristrutturazione del bagno
- 2 Ristrutturazione del bagno: come funziona e cosa comprende
- 3 Fase 1: demolizione del locale ed esecuzione delle tracce a parete
- 4 Fase 2: posa degli impianti
- 5 Fase 3: getto del massetto
- 6 Fase 4: posa dei pavimenti
- 7 Fase 5: posa dei rivestimenti
- 8 Fase 6: sistemazione dei sanitari
- 9 Perché l’approccio delle 6 fasi non funziona
- 10 Le conseguenze su tempistiche e costi
- 11 Come ristrutturare il bagno con il “principio dei vasi comunicanti”
- 12 Come detrarre i costi della ristrutturazione del bagno
Quali permessi chiedere per la ristrutturazione del bagno
La prima questione che dovrai affrontare, prima di procedere con la ristrutturazione del tuo bagno, riguarda gli eventuali permessi da chiedere. L’aggettivo “eventuali” è d’obbligo, in quanto non è affatto detto che tale richiesta sia necessaria. La legge prevede infatti due distinte tipologie di manutenzione: quella ordinaria e quella straordinaria.
- La manutenzione ordinaria comprende soltanto i piccoli lavori di riparazione e/o di sostituzione dei singoli elementi presenti all’interno del bagno (es. un tubo da aggiustare, una piastrella da sostituire, ecc…) e non richiede alcun tipo di permesso, in quanto rientra nell’ambito dell’edilizia libera.
- La manutenzione straordinaria, al contrario, prevede il totale rifacimento dell’ambiente mediante ristrutturazione ed è soggetta all’obbligo di compilazione della CILA (Comunicazioni Inizio Lavori Asserverata), che dovrà essere effettuata dal tecnico abilitato e presentata al comune d’appartenenza.
Nel caso in cui i lavori di ristrutturazione che hai predisposto dovessero coinvolgere anche le parti strutturali (es. realizzazione di una nuova finestra), allora dovrai presentare la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività), esattamente con le stesse modalità della CILA.
Tuttavia, dato che parliamo di regole che variano leggermente da comune a comune, il nostro consiglio è quello di chiedere sempre conferma al tuo, così da procedere con la ristrutturazione del bagno certo di essere in regola con i permessi.
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Ristrutturazione del bagno: come funziona e cosa comprende
La ristrutturazione completa del bagno (quindi la sua manutenzione straordinaria) comprende l’intero rifacimento del locale. Ciò, oltre alla sua demolizione, comporta:
- la rimozione dei vecchi impianti e la posa di quelli nuovi;
- la posa del pavimento e dei rivestimenti;
- il montaggio dei sanitari;
- la sistemazione dei vari complementi d’arredo e degli accessori.
Tutte queste operazioni vengono ovviamente affrontate poco alla volta, suddividendo il lavoro in sei fasi distinte. Vediamo insieme quali sono.
Fase 1: demolizione del locale ed esecuzione delle tracce a parete
Questa prima fase è solitamente quella più difficile da accettare, a maggior ragione se hai optato per una ristrutturazione del bagno mentre continui ad abitare in casa. Il motivo è ovviamente da attribuire al fatto che vivrai in prima persona la demolizione della stanza, con tutto il caos che ne conseguirà: una situazione che potrebbe causarti ansia e nervosismo. Del resto, una delle regole fondamentali dell’edilizia è che prima di costruire bisogna distruggere, quindi non si scappa.
L’impresa cui ti sei rivolto, pertanto, provvederà a smontare i sanitari e i complementi d’arredo, distruggendo i rivestimenti e il pavimento, per poi rimuovere gli impianti idrici e sanitari. Il passo successivo è quello dell’esecuzione delle tracce a parete, che indicano il percorso da seguire per l’installazione dei nuovi impianti.
Fase 2: posa degli impianti
La seconda fase prevede l’installazione dei nuovi impianti idrici e sanitari, oltre agli scarichi delle acque. In aggiunta viene poi sistemata anche la nuova cassetta di risciacquo del wc, per poi procedere con la posa dei tubi corrugati, vale a dire quelli che contengono i cavi elettrici, e le scatole portafrutti.
Fase 3: getto del massetto
La terza fase della ristrutturazione del bagno prevede il getto del massetto, un materiale che svolge tre funzioni fondamentali: ricopre gli impianti, livella la superficie e riceve i carichi dal pavimento.
La composizione di questo materiale può variare da un mix di sabbia e cemento a una miscela diversa. Tutto dipende dalla scelta dell’impresa, che andrà a influenzare anche le tempistiche dell’asciugatura.
Fase 4: posa dei pavimenti
La quarta fase riguarda la posa dei pavimenti, le cui tempistiche dipendono ovviamente dal tipo di rivestimento che hai scelto e dal materiale con cui è realizzato. Gres, parquet, marmo, ceramica…. le scelte sono davvero infinite e, come ti spiegheremo più avanti, vanno a incidere profondamente sul risultato finale.
Fase 5: posa dei rivestimenti
La quinta fase è molto simile alla precedente. Anche in questo caso, infatti, dovrai scegliere dei rivestimenti che si sposino con il pavimento, oltre che con i sanitari che verranno sistemati nella fase successiva.
Fase 6: sistemazione dei sanitari
Ultima, importantissima fase è quella che prevede la sistemazione dei sanitari e della rubinetteria, seguiti a ruota dai vari complementi d’arredo e dagli accessori. Parliamo pertanto del momento finale, quello che, una volta terminato, ti permetterà di ammirare il tuo nuovo bagno in tutto il suo splendore, facendoti sentire sicuro e soddisfatto del risultato ottenuto.
E se non fosse così? E se ti dicessimo che il metodo che ti abbiamo appena illustrato non è quello giusto da seguire?
Perché l’approccio delle 6 fasi non funziona
Quello che ti abbiamo illustrato rappresenta l’iter tradizionale di ristrutturazione del bagno: un approccio che di per sé non è completamente sbagliato, ma che rischia di farti cadere in quello che noi di Abitativo® definiamo “ragionamento per scompartimenti stagni”.
In parole povere, attenendoti pedissequamente a questo metodo, rischieresti di considerare il bagno come l’insieme di più parti slegate tra loro, che nulla hanno a che vedere l’una con l’altra. Finiresti cioè per interpretare le fasi della ristrutturazione come una sorta di “elenco della spesa” da seguire in ordine cronologico, una fase dopo l’altra, aspettandoti che alla fine salti fuori quasi magicamente un risultato che metta insieme il tutto.
Inutile specificare che le cose non andranno affatto così e che, se ti atterrai a questo modo limitato di ragionare, ti ritroverai con un ambiente che non ti rispecchia e che non sentirai mai realmente “tuo”. Ciò non solo a discapito della tua persona, ma della stessa casa in cui vivi. Ragionare per “scompartimenti stagni” ti porterebbe infatti a considerare il bagno come un ambiente a sé stante, che non c’entra nulla con il resto dell’abitazione, quando invece non è affatto così.
Il bagno è a tutti gli effetti parte integrante della casa e, in quanto tale, dovrebbe essere ristrutturato secondo quest’ottica, armonizzandosi dolcemente con lo stile preesistente degli altri ambienti.
Ma non solo. Un altro degli errori in cui potresti cadere seguendo il metodo delle 6 fasi è quello di affidare lavori diversi a persone diverse: la sistemazione dei sanitari a un idraulico, la posa dei rivestimenti a un piastrellista, ecc.
Qual è il problema alla base di questa soluzione? Molto semplicemente il fatto che tutti questi professionisti, non essendo guidati da un progettista in grado di coordinarli, finirebbero per non comunicare mai tra di loro, svolgendo ciascuno un lavoro completamente slegato e indipendente da quello degli altri. E il risultato finale, se di risultato si può parlare, si tradurrebbe per l’appunto in una serie di “scompartimenti stagni” che non c’entrano nulla l’uno con l’altro.
Le conseguenze su tempistiche e costi
Quanto tempo ci vuole per rifare un bagno? Questa è probabilmente la prima domanda che ti sei posto nel momento in cui hai deciso di ristrutturare il tuo. In linea di massima, le tempistiche medie prevedono d’impiegare dai 7 agli 8 giorni lavorativi, ma parliamo di una valutazione molto generica, basata su caratteristiche standard del bagno, e che non tiene conto delle problematiche che possono insorgere se ci si attiene pedissequamente al metodo delle 6 fasi.
Già, perché il fatto che i professionisti che hai assunto non comunichino tra di loro, potrebbe implicare una dilatazione dei tempi di ristrutturazione o perfino costringerti a modificare il progetto in fase d’opera.
Prova a rifletterci un attimo: tu hai in mente un certo tipo di pavimentazione ma, nel momento in cui la sottoponi al tecnico competente, lui ti risponde che non è possibile farla, poiché per realizzarla sarebbe stato necessario gettare il massetto in modo diverso: una possibilità che né tu né lui avevate considerato. Tu perché giustamente non sei del mestiere, lui perché non ha pensato di confrontarsi con il responsabile della fase precedente.
Ma i problemi non finiscono qui. Il fatto di far svolgere i lavori a persone diverse che non si confrontano fra di loro potrebbe causarti grossi problemi nel momento in cui verrai messo a conoscenza del costo finale che, anche in questo caso, non sarebbe altro che la somma di tutti i vari lavori svolti dai singoli professionisti.
Potresti infatti scoprire che la parcella definitiva è enormemente più alta di quella che avevi preventivato, proprio perché frutto di una serie di preventivi singoli slegati tra loro. E se ti stai chiedendo se esiste una maniera di evitarti tutti questi problemi, la risposta è sì: esiste! E noi di Abitativo® siamo qui apposta per rivelartela.
Come ristrutturare il bagno con il “principio dei vasi comunicanti”
Citando Wikipedia: “Il principio dei vasi comunicanti, secondo la legge di Stevino, è il principio fisico secondo il quale un liquido contenuto in due o più contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello originando un’unica superficie equipotenziale”
Che tu ci creda o no, questo noto principio della fisica può essere applicato anche al campo dell’arredamento, ristrutturazione del bagno inclusa. L’idea alla base, di fatto, rappresenta l’esatto opposto del “ragionamento per scompartimenti stagni” e prevede di considerare il bagno non più come la somma dei singoli elementi e delle singole fasi, bensì come un insieme armonico di parti perfettamente coese tra loro. Questo cosa comporta, al lato pratico?
Molto semplicemente il fatto che, prima di dare via alla ristrutturazione, è di fondamentale importanza stabilire un progetto da cui partire, definendo sin da subito tutti gli elementi della ristrutturazione, inclusi colori, materiali, volumi, luci e, soprattutto, il budget che intendi spendere.
Tutto questo, ovviamente, non puoi certo farlo da solo, ma ti è indispensabile l’aiuto di un progettista: una persona esperta a capo dei lavori che si occupi di coordinare fra loro i vari professionisti, assicurandosi che portino avanti il progetto secondi i tuoi desideri e che il tutto si mantenga entro i limiti del budget da te stabilito.
A noi di Abitativo® piace paragonare la figura del progettista a quella del medico. Quando c’è in gioco la tua salute, poco ma sicuro non ti affidi al fai da te, richiedendo giustamente l’aiuto di un professionista che ti curi nel migliore dei modi.
Allo stesso modo, quando si parla della ristrutturazione di un locale d’importanza primaria come il bagno, non dovresti mai agire da solo, ma affidare il progetto a una persona competente in grado di assicurarti il risultato che ti aspetti di ottenere. E questo risultato altro non è se non il bagno dei tuoi sogni: un ambiente che non sia soltanto bello da vedere, ma che rispecchi pienamente le tue esigenze e necessità. Un bagno che sia davvero “tuo”, progettato e realizzato appositamente per te.
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Come detrarre i costi della ristrutturazione del bagno
Per concludere, ti lasciamo con una dritta finale, relativa ai costi della ristrutturazione del bagno, che possono essere detratti sfruttando ben due agevolazioni messe a disposizione dal Governo:
- il bonus ristrutturazione;
- il bonus mobili.
La prima agevolazione prevede una detrazione Irpef pari al 50%, calcolata sulla spesa finale sostenuta per i lavori di manutenzione straordinaria. Tale detrazione si traduce in dieci quote annuali di pari importo, che andrai a recuperare nelle dieci dichiarazioni fiscali degli anni successivi.
Il secondo bonus, invece, si riferisce all’acquisto di mobili ed elettrodomestici che andranno collocati in un immobile (o, nel caso del bagno, in un ambiente) soggetto a un lavoro straordinario di ristrutturazione. Anche in questo caso, la detrazione che puoi ottenere dall’Irpef arriva al 50%.
In conclusione, ristrutturare un bagno non è cosa da poco ed è importantissimo farlo seguendo il metodo e l’approccio giusto, evitando di affidarsi al fai da te. Ecco perché noi di Abitativo® abbiamo messo a punto un sistema suddiviso in 12 fasi che ti aiuterà creare la casa dei tuoi sogni, bagno incluso!