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Siamo arrivati a 56!
Sì, siamo arrivati alla 56esima edizione dell’appuntamento più importante del mondo arredo e design.
Ci sono proprio tutti: produttori, clienti, rivenditori, architetti, designers, studenti ed operatori di settori paralleli.
Per una settimana all’anno Milano diventa la capitale mondiale del Design.
Oltre a tutti i padiglioni della fiera di Rho, nella gran parte della città si respira un’aria internazionale con comparse più o meno famose del mondo arredo. Interi quartieri allestiti per pubblicizzare, esporre e presentare nuove tendenze che forse vivremo nelle nostre case tra qualche tempo.
Logicamente non potevamo mancare.
Abbiamo dedicato diverso tempo negli stand fieristici dei nostri partner oltre che a visionare tutte le proposte del “fuorisalone” con l’obiettivo di darvi la possibilità di aver sempre consulenti che vi riescano a progettare e proporre soluzione sempre aggiornate ed evolute, selezionando sempre i migliori fornitori sul mercato.
Anche quest’anno siamo arrivati con delle certezze che puntualmente si sono affermate una volta messo piede a Milano.
L’Italia, come al solito ha la fortuna di giocare in una situazione più favorevole rispetto al resto del mondo, poiché negli anni 50’, 60’, 70’, e 80’ ha dato alla luce prodotti di altissima qualità e gusto, che nel tempo hanno giustamente conquistato premi e riconoscimenti ovunque, hanno lanciato tendenze e ispirato altri a creare nuovi oggetti di design.
Purtroppo il mondo, come negli ultimi 10000 anni, sta cambiando… ed ogni anno questo cambiamento e sempre più veloce.
Non tutti se ne stanno rendendo conto.
Purtroppo molti Brand non hanno avuto la lungimiranza di adattare dei cambiamenti progressivi necessari per affrontare le sfide del futuro. E soprattutto le scuole.
Oggi le migliori aziende Italiane, e non, affidano la maggior parte dei loro progetti ad Archistar, che per la maggior parte dei casi non hanno dei nomi che hanno a che fare con il nostro Bel Paese.
Anche in questo campo stiamo lentamente perdendo punti importanti.
Secondo il mio modestissimo parere, se proseguiamo di questo passo, ci ritroveremo a dover andare a visitare il Salone Internazionale del mobile “non di Milano” tra qualche anno.
L’innovazione e la ricerca non sono più il nostro forte.
Negli ultimi saloni, il design nord europeo ed orientale stanno prendendo campo sempre di più, quest’anno abbiamo avuto modo di scoprire anche diverse realtà interessanti nordamericane.
La mia critica non vuole screditare la nostra nazione, ma piuttosto è un lamento nostalgico e leggermente impaurito da futuri scenari improbali. Amo fortemente l’Italia e mi sforzo di gestire un contenitore di partner locali, ma ogni volta che mi riaffaccio in un ambiente più internazionale, non posso far altro che buttare giù certe considerazioni.
Non posso far finta di niente e lasciar passare gli anni in questo modo.
Anche la situazione del mercato interno non è a nostro favore, ma per fortuna chi se n’è accorto, ha adatto la propria struttura per affacciarsi e spingere di più verso l’export, come brand più blasonati e famosi.
Ci sono anche altri protagonisti che sono riusciti abilmente a rimodulare le loro strutture per far fronte alla situazione nazionale, ma questi anni sono stati durissimi e purtroppo c’è stata una vera e propria selezione naturale che ha lascito morti ovunque.
Il futuro prossimo creerà sicuramente altre vittime.
La mia speranza è che alla fine il sistema Italia riparta dalla sua vera forza, i suoi cervelli.
Il nostro rimane sempre un paese di persone fenomenali, fuori dal comune, quindi le dobbiamo tenere strettissime.
I nostri ragazzi sono il bene più prezioso che abbiamo, non possiamo farli scappare!!
Dobbiamo dare la possibilità alle nuove generazioni di crescere e lavorare in un panorama internazionale, dandogli la possibilità di conoscere il mondo e viverlo nella sua integrità, ma devono credere sempre nel posto in cui sono nati, ed ambire a costruire la sua identità e la sua credibilità nel mondo.
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